Il percorso attraversa per un lungo tratto delle autentiche praterie di rododendri che, nel periodo della fioritura (giugno/luglio) offrono uno spettacolo unico.
Dalla località Bocchetto la strada continua, inizialmente asfaltata e dopo poche centinaia di metri sterrata, nei pressi di alcune caratteristiche baite, restringendosi sino a divenire un sentiero. Si sale nel bosco e, dopo alcuni tornanti, si giunge al pianoro dell’Alpe Piè di Baranca 1250 m.
Si attraversa il ponte ignorando le varie deviazioni, tenendo la destra e salendo a zig zag sino all’Alpe la Rusa (1391 m) da dove il sentiero prosegue nel bosco.
Si sale ancora sino ad un punto panoramico ove è sito un bivio con indicazioni per l’Alpe Oreto che si ignorano, continuando, invece, verso monte, in direzione dell’evidente solco vallivo del colle, tra il gruppo del Pizzo del Moro (2334 m) e, poco più lontano, la vetta rocciosa del Pizzo Tignaga (2652 m).
Un ultimo risalto e si giunge al Colle Baranca, con una cappella votiva. Il valico mette in comunicazione la valle Anzasca e la Val d’Egua, laterale della Val Sesia.
Dal colle conviene salire ancora, per pochi metri, sino al lago Baranca 1839 m, luogo ideale per una sosta. Volendo è possibile scendere al rifugio Majerna (rif. Boffalora; 1635 m), valicando il colle d’Egua (45 minuti dal colle Baranca; 2239 m), e, successivamente, a Carcoforo, compiendo una spettacolare traversata.
Possibile rientrare passando dall’Alpe Ancium (sentiero n.3), e quindi passando dalle Alpi Curtet e Cangelli (sentiero n.4).
In prossimità del colle si trova villa Aprilia, costruita da Vincenzo Lancia (patron della famosa casa automobilistica), originario di Fobello. Durante la resistenza era usata dai partigiani come ricovero di uomini e materiali, e fu per questo fatta saltare dalle truppe nazifasciste durante un rastrellamento.
- Cartografia:
- Kompass n. 88, Monte Rosa