Da Sant’Oreste si prende la strada che porta verso l’itinerario normale per la vetta (via Benedetto del Soratte, che si farà in discesa). A un bivio, in corrispondenza della casetta in legno del “Bar Alessio”, si prende a destra per via Giosafat Riccioni. La strada asfaltata termina con un piazzale (questo punto si può raggiungere in auto).
Da qui parte una bella sterrata, che raggiunge i resti di una cava, trasformata in un bel teatro, e prosegue a mezza costa nel bosco, scandita dalle attrezzature ginniche di un “percorso vita” (oggi quasi tutte vandalizzate…).
Si percorre la comoda sterrata fino al termine, dove si rinviene, sulla sx, un sentiero che sale nel bosco (non troppo evidente, segni rossi). Il sentiero sale prima in diagonale, poi con qualche svolta, ma sempre piuttosto ripido e con passo costante, fino a sbucare a una selletta sulla cresta sommitale.
Qui si trova un bivio, segnalato da cartelli in legno: a dx (direzione N) si raggiunge in 30 minuti la “Casaccia dei Ladri”, antico covo di briganti. In direzione opposta (S) si va verso la vetta del Soratte.
Il sentiero sale su terreno roccioso, sempre stretto e panoramico, e prosegue a mezza costa aggirando una prima “gobba” della cresta sommitale. Sempre panoramicissimo, a volte quasi aereo, il tracciato prosegue a una sella, dopo la quale riprende a salire con buon ritmo fino alla cima, dove sono i resti dell’eremo di S. Silvestro (691 m.).
Il luogo e suggestivo e il panorama è mozzafiato.
Oltre l’eremo, in direzione S, si prende la larga strada a fondo cementato che porta prima alla Madonna delle Grazie e poi, in 45 minuti, al paese, da dove si era partiti.
- Cartografia:
- 1:25000 riserva naturale del Monte Soratte
- Bibliografia:
- S. Ardito,