Da Forno Alpi Graie seguire il segnavia 315 fino a Roa Piana, abbandonandolo a sinistra prima del guado del torrente Gura sulla passerella, a favore del segnavia 316 che sale al Bivacco Ferreri (EE-2h)lungo la traccia in fase di sistemazione che presto verrà segnalata con tacche bianco-rosse nuove. Dal bivacco seguire a sinistra una debole traccia con bollini arancioni che un tempo portava al Bivacco Rivero, distrutto e non più ricostruito. Salire la morena di sponda fino a un sasso quadrato che, un pò in basso,, segnala che occorre scendere nell'incisione franosa del Rio Bramafam (tacca di vernice bianca con riga rossa sul masso). Attraversare il rio di fusione e risalire con cautela prestando attenzione a massi in bilico; guadagnare il macereto alla base della costiera Malatret e portarsi contro la parete in corrispondenza di una tacca quadrata di vernice bianco-rossa (tratto esposto alla caduta massi). Salire un vago diedrino-canale con passi di II° e portarsi sull'aerea cengia trasversale che incide la parete nella parte bassa. Percorrela a sinistra con cavo di sicurezza che però alla fine è tranciato (!!!). Salire in un canaletto detritico e ritornare a destra su ripidi prati sospesi seguendo con attenzione i pochi segnavia. Sormontare un facile gradino roccioso e seguire le logiche cengie che tagliano il versante, giungendo a un caratteristico passo obbligato in un buco originato da una grossa lastra addossata alla parete. Strisciarvi dentro togliendo lo zaino e continuare per cengie aeree e panoramiche fino al valloncello sospeso che si apre sotto il Passo delle Lose, ben visibile dal basso perchè origina una cascatella verticale. Da un masso quadrato con segnavia, superare il nevato e portarsi sul fondo detritico con placchette di roccia che s'impenna progressivamente fino contro un sistema di placche più ripide. appoggiarsi allora sulle rocce a destra con brevi passi di arrampicata facile (I° eII°), uscendo in cima sul fianco sinistro idrografico del vallone. Continuare quindi su facile rocce accatastate fino al Passo delle Lose 2868 m (EEA, 2h). Di qui verso ovest, ha inizio la cresta est della Cima di Monfret .
Salire facilmente per rocce rotte un primo rilievo, poi continuare fedelmente sul filo di cresta per facili saltini ove si possono aggirare gli ostacoli principali. Raggiunta la quota 3031, si affrontano alcuni gendarmi con passi interessanti fino al IV° (evitabili aggirandoli ora sul versante su, ora su quello nord). La cresta s’impenna di nuovo ulteriormente ma la roccia è molto rotta e non presenta difficoltà particolari, offrendo brevi passi di arrampicata talvolta esposti. Nessun passo è veramente obbligatorio, ma si possono affrontare tratti divertenti. Giunti alla quota 3249 n, si sovrasta a destra il Ghiacciaio sud del Mulinet. E’questo il punto di uscita della via invernale sulla parete N (prima salita Blatto-Bensio 2005) e sullo sperone N
(Borelli-Girardi 1910) che può essere usata anche come discesa in alternativa al Passo di S.Stefano. Proseguire ancora sulla cresta senza difficoltà particolari nel tratto dove s’impenna, giungendo in vetta (ore 2, ore 6 da Forno A.G.)
Discesa: se non si vogliono portare piccozza e ramponi si scende lungo l’itinerario di salita (doppia utile ma non indispensabile). Altrimenti si scende sulla Cresta ovest, lato francese e si può rientrare:
– dal Passo di Santo Stefano sul ghiacciaio sud del Mulinet (1 doppia attrezzata)
– risalire, superando la Punta Francesetti, fino al Colle delle Disgrazie (pochi crepacci), quindi scendere sul versante di Sea senza particolari difficoltà (molto lungo, calcolare 4-6 ore) ore salvo nebbia fitta.
– Dal Colle di Monfret con 1 doppia da attrezzare, e con pericolo caduta pietre non indifferente.
Materiale: corda, cordini e fettucce (non indispensabili); piccozza ramponi, un paio di viti da ghiaccio se si rientra nelle altre possibilità.
Prima salita: Vaccarone, Turbiglio, Bogiatto, Castagneri il 22 agosto 1884.