Arrivati a Cartore c’è il sentiero 2B, a sinistra a partire dalla prima casa, che conduce al Vallone di Fua. Il Vallone è incassato e molto boscoso, all’ombra per tutta la giornata (rischio di vetrato durante le “mezze stagioni”). Il primo tratto è abbastanza ripido, sempre all’ombra della stupenda faggeta.
Si incontrano i segnali di un “percorso natura” che sembra lasciato a metà…
Verso la fine del vallone, quando incomincia a filtrare il sole, si incontrano alcuni tratti rocciosi e minimamente esposti, lungo i quali sono state recentemente attrezzate delle catene (fino all’anno scorso non c’erano).
Dopo le 2 catene, all’uscita del canale (dx orografica) il sentiero si fa ancora ripido, sotto un magnifico bosco di faggi. Quando il bosco si dirada si entra nel Vallone del Cieco, che si attraversa sempre in quota, tra immensi faggi secolari sempre più radi, macchie di ginepro e praterie.
Si arriva in breve agli “stazzi” (rifugi di pastori) della località Le Caparnie (1718 m). Uno dei cinque rifugi – solide costruzioni in muratura destinati agli allevatori di S. Anatolia – é a disposizione degli escursionisti (sacco a pelo e materassino necessari).
A poche decine di metri, sopra i rifugi, sotto un’evidente fascia rocciosa, si trova una fonte chiamata “Fonte Salomone” dove ci si può rifornire di acqua (chiedere a Gregorio, il più famoso pastore della valle, ultimo transumante d’Italia, che a 71 anni vive lassù per 4 mesi all’anno!).
Da questo punto con graduale e riposante salita si arriva al Lago della Duchessa (1788 m). Attorno le cime del Muro Lungo (strepitoso panorama sul Velino), del Morrone e, a nord, la costa oltre la quale c’è il rifugio Sebastiani.
L’itinerario è lungo circa 4 Km e richiede circa 3,30 h di marcia.
- Cartografia:
- IGM foglio 159
- Bibliografia:
- A piedi nel Lazio di S. Ardito ed. ITER