la via prende il sole solo il primo mattino, dalle 9 va in ombra e fa sempre molto più freddo che sulle altre vie adiacenti.
Calcolare dalle 6 alle 8 ore per una ripetizione, sempre si sia a proprio agio sulle staffe.
Oltre S3 non si scende più in doppia ovviamente.
Ci ha colpito molto la non logicità della chiodatura in molte sezioni, a passare sui fix i gradi non sono quelli dichiarati e la via di minore resistenza passa sempre molto di lato. Il 6b+ obbligato è davvero il minimo, il VI+/A0 della guida di Filippi sarà dato per chi si attrezza l’artif anche sui tiri bassi, aumentando di molto i tempi di una ripetizione.
L1: si attacca in corrispondenza di una targhetta metallica con inciso il numero 5. Si sale ad un fix di una via moderna che resta sempre sulla sx della nostra, poi si traversa verso dx ad una fessurina con fix vecchi, poi i fix continuano verso dx ma la linea più arrampicabile è qualche metro sulla loro sx, sulla direttiva di una clessidra con cordino giallo. Difficile scegliere dove passare, sui fix è ben più duro del 6b+ relazionato, a sx non ci si protegge… Arrivati a due soste in placca si traversa a dx uno strapiombino su fessura (6a), per sostare scomodi e appesi. 35m, 6b+. grado incerto, linea migliore difficile da individuare, roccia a tratti non perfetta.
L2: ancora a dx seguendo l’evidente fessura. Qualche metro dopo l’ultimo fix si traversa nettamente a sx in placca stupenda, fix e chiodo. Sosta su gradino. 6b duro, 30m.
L3: vecchio chiodo in partenza e passaggio expo a prendere il primo fix, poi muro strapiombante di 7 o 8 m (7b molto facile secondo luca) ma ancora una volta la linea per la libera è 1 o 2 metri a sx dei fix, mal posizionati. Ci si ristabilisce su una stupenda placca a gocce enormi e taglienti dove si deve fare un lungo run out verso dx (5c ma almeno 10 metri improteggibili!), poi si sale un evidente diedrino bianco con 2 chiodi (6b+) e si sosta appesi sotto l’enorme tetto. 45 m.
L4: i primi due fix sono un po’ lontani (6a), poi sono circa 22 protezioni su tetto quasi orizzontale, con un gradino iniziale dove le corde fanno attrito (A1 e A2). All’inizio sono vicini, poi si allontanano un pò e 3 o 4 sono davvero lontani da prendere (meglio avere uno slungone, credetemi!). alla fine si prende il cordone che penzola dal bordo e con 5 metri di 5c di raggiunge la sosta, su 3 spit artigianali molto brutti (da sostituire!!). Si può arrivare in sosta anche staffando dei friend e nut piccoli. 30m
L5: salire la bella placca sulla sx lungo una fessura facile (ma ancora una volta gli spit in alto sono inspiegabilmente forzati sulla sx), 5c, 45m, sosta su alberi (saltare una sosta a fix sulla dx, di uovo di colombo).
DISCESA:
Si sale dritti per qualche metro (ometti) fino ad incrociare un evidente sentiero da seguire verso dx (faccia a monte) per meno di 100m, poi scendere verso il bordo della parete su una traccia indicata con targa metallica S5CD su una pianta. Individuare un canaletto affacciato sui tetti, dove terminano le vie della placconata come Ladro di Baghdad e Desiderio Sofferto. Reperire la prima catena e scendere con 3 doppie da 60 su ottime soste a fix.
Aperta quasi tutta in solitaria da Sergio Coltri nel 1989 è dedicata all’alpinista polacco Jerzy Kukuczka.
Sale l’evidente pilastro posto sotto l’enorme tetto su cui passano anche le vie Istantes e Uovo di Colombo.
- Bibliografia:
- Monte Baldo Rock, Versante Sud