Note
Storico
2.6Km
3.6Km
4.5Km
7.2Km
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7.3Km
7.3Km
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Visibile dalla valle di Bellino, questo ardito sperone ha fianchi ripidissimi che si elevano al di sopra di 100 metri di zoccolo più facile. Percorso molto bello, logico, roccia ottima nelle parti difficili e mediocre sullo zoccolo.
Alcune soste in loco, molti chiodi sembrano buoni. In generale buona possibilità di protezione ed integrazione.
Valutazione alpinistica ED-.
Avvicinamento
Alcune soste in loco, molti chiodi sembrano buoni. In generale buona possibilità di protezione ed integrazione.
Valutazione alpinistica ED-.
Soluzione 1: Dal Ponte Pelvo ( 1738m) si sale fino a poco sotto il Bric Rutund; lo si lascia alla destra traversando in orizzontale fino alla verticale della parete. Da lì salire per sfasciumi fino allo zoccolo.
L'attacco si situa alla base della parete, non lontano dal filo dello spigolo (per noi, leggermente a sinistra dello spigolo, sotto la verticale dell'impressionante sezione finale.
Soluzione 2: parcheggiare al colle della Bicocca (2283). Salire verso il Pelvo di Elva lungo il sentiero della via normale. Sotto la piramide sommitale, alla fine del lungo costone erboso, traversare su un'evidente traccia. Via verso destra passando sotto la nord del Pelvo e del Brichet: lo spigolo è ben stagliato contro il cielo ed evidente. Come avvicinamento presenta pochissimo dislivello ed è molto comodo, contare un'ora e mezzo per raggiungere l'attacco. In tal caso la via del rientro passa per la cima del Pelvo, facilmente raggiungibile lungo un'ampia cresta facile che lo collega al Camosciera.
Descrizione
L'attacco si situa alla base della parete, non lontano dal filo dello spigolo (per noi, leggermente a sinistra dello spigolo, sotto la verticale dell'impressionante sezione finale.
Soluzione 2: parcheggiare al colle della Bicocca (2283). Salire verso il Pelvo di Elva lungo il sentiero della via normale. Sotto la piramide sommitale, alla fine del lungo costone erboso, traversare su un'evidente traccia. Via verso destra passando sotto la nord del Pelvo e del Brichet: lo spigolo è ben stagliato contro il cielo ed evidente. Come avvicinamento presenta pochissimo dislivello ed è molto comodo, contare un'ora e mezzo per raggiungere l'attacco. In tal caso la via del rientro passa per la cima del Pelvo, facilmente raggiungibile lungo un'ampia cresta facile che lo collega al Camosciera.
- L1-L2-L3 concatena L4]) senza percorso obbligato, salire lo zoccolo con tiri di 50-60 metri (un cordone marcio) fino a raggiungere una grossa cengia; se si riesce, traversare verso sinistra, e puntare ad un piccolo diedro con evidente chiodo+fettuccia (sosta alla sua base-questo tratto è in 4 tiri nelle relazioni “ufficiali”).
- L5) Diedro (V+, due chiodi), poi a destra facile a base di diedrino, sosta su evidente lama di enorme masso staccato.30 m
- L6 [concatena L7]) salire diedro e strapiombo al di sopra appena a destra del masso staccato; uscire a destra, dove si raggiunge un punto di sosta sotto un secondo diedro che si può attaccare direttamente alla sinistra di strapiombo (nut incastrato alla base), uscita difficile. Sosta presso due chiodi con cordone bianco. 40 m. 6b
- L8) Spigolo destro del diedrone che segue , all’ altezza di un chiodo malsicuro traversare 2 metri a destra (VI), rientrare sul fondo del diedro; dall’ultimo chiodo con anello traversare orizzontalmente a destra sosta da attrezzare in ottime fessure al di sotto del tetto (se alzate il naso vedrete un chiodo, si si dovete salire lì!) tiro di 38 m, circa 7 chiodi. 6b
- L9) Superare il tetto (2 chiodi), per fessure raggiungere punto di sosta su “bowindo” (20m) 6b+/c
- L10) Due metri in discesa a destra verso cordini bianchi +chiodo, poi su per fessura nera. In caso di dubbio mantenere la direzione verticale della fessura; si arriva ad una cengia-canale, non fermarsi ma seguirla verso sinistra fino a zona di rocce rotte. Sosta comoda su masso enorme (55m) o in grosse fessure. 5c+/6a
- L11) La sosta è riparata da eventuali cadute di pietre, ma attenzione: si continua per il diedro-canale-cengia, rocce a sinistra solide, per arrivare in vetta (40m, III+).
Prima salita: G. Guido, G. Fumero, E. Renda, 1981, dopo diversi tentativi.
Prima Invernale: R.Lorenzati, A. Mattio, 6 gennaio 1989.
Prima solitaria: F. Scotto
Prima Invernale: R.Lorenzati, A. Mattio, 6 gennaio 1989.
Prima solitaria: F. Scotto
- Cartografia:
- Monviso IGC 6
- Bibliografia:
- Montagne d'Oc (Parodi Scotto Villani), IGC Monviso e le sue valli vol.2 (Berutto); GMI Monte Viso ed Alpi Cozie Meridionali (Bruno)
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