Ascensione d'altri tempi in ambiente selvaggio e isolato.
Roccia a tratti mediocre.
Avvicinamento
Da Forno Alpi Graie salire fino al Santuario e uscire dalla cancellata perimetrale (richiudendo il cancello) imboccando una ripida traccia (cartello per Leitosa) che rimonta le balze rocciose che sovrastano la costruzione religiosa (ometti, bollini di vernice rossa, e bande di plastica). Seguire orizzontalmente la traccia, rimontare una pietraia e poi piegare a destra lungo una vaga pista che si porta alla base del secondo salto della "Cascata del Mulinello", tra blocchi di frana. Superare una zona con fitti ontani e poi una riva franosa (cautela), continuando per traccia non sempre visibile ma facilmente intuibile. Giungere sul margine di un esposto spalto roccioso, che domina il canale valanghivo sovrastante il masso di "Nosferatu" sul fondo del vallone di Sea. Scendere nel canalone (freccia di vernice rossa su masso) e risalire lungo una cengia alla base della "Parete del Nano" (freccia di venice rosa), salire quindi lungo la rampa tra gli ontani che occludono alquanto la traccia, e uscire in una zona più aperta entrando nel primo vallone sospeso della Leitosa ( a destra la profonda incisione della cascata "Sputa spettro gully" e la "Parete degli Hobbit". Risalire in direzione est (ometti)e raggiungere il Gias Leitosa Primo. Scendere quindi per bella mulattiera lastricata alla base della Cresta della Cittadella e, quando la traccia si perde, scendere al meglio nel canale roccioso (valanghivo) che dà accesso al secondo vallone di Leitosa. Qui occorre fare attenzione a rimontare le fasce rocciose che ne caratterizzano il fianco sx idrografico, guadagnando l'antica morena vegetata. Si procede tra i fitti ontani fino a raggiungere un secondo canale - impluvio, oltre il quale si risale al Gias Leitosa secondo. Risalire ancora fino alla cresta che costituisce una propaggine orientale del complesso del Torrione del Gallo, (ore 2 da Forno Alpi Graie).
Descrizione
Salire ancora nel secondo vallone di Leitosa verso il centro della parete nord e imboccare un ripidisssimo pendio detritico/nevoso che porta alla base dello zoccolo della gigantesca parete, in corrispondenza di un canale – camino di roccia pessima.
Salirlo interamente II° e III° fino a guadagnare la sommità dello zoccolo uscendo su una cengia inclinata alla base di una fascia strapiombante di roccia dubbia. Salire la cengia verso sinistra fino a raggiungere un evidente camino che offre l’unica possibilità di salita (neve sulla cengia a inizio stagione). Superare il camino con roccia mediocre IV°, lasciando a destra anche la seconda fascia strapiombante parallela a quella contornata con la cengia. A questo punto la via prosegue direttamente per placche e lastroni abbattutti fino in vetta (passi di IV evitabili)
Variante Altavilla – Vittoni:
Dall’uscita del camino attraversare a destra per una cengia rampa fino a raggiungere lo sperone che sostiene la cima. Superare un camino direttamente IV° e raggiungere la vetta.
Discesa: non seguire la cresta nord, poco invitante, molto esposta e su roccia marcia ma abbassarsi in direzione nordovest sul margine destro (guardando dalla cima) della parete nord, per facili roccette (neve) con brevi passi di arrampicata II°. Raggiunto il margine dell’evidente canale che si apre tra la parete nord e la quota 2833 m (percorsa dalle vie Meneghin e Blatto), scendere sul fondo (doppia breve possibile) e guadagnare il fondo del secondo vallone di Leitosa (neve ad inizio stagione) fino alla base del Torrione del Gallo. Rientrare a Forno Alpi Graie seguendo l’avvicinamento dell’andata.
Materiale: fettucce e qualche friend medio, piccozza e ramponi ad inizio stagione.
Storico
Prima salita: Firmino Palozzi, Carlo Giolitto e Carlo Marchisio nel giugno del 1931.
- Cartografia:
-
Alte Valli di Lanzo - Escursionista editore
- Bibliografia:
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Alpi Graie Meridionali - Berutto/Fornelli Cai-Tci 1980
Ultima revisione 06/03/2024
Autori:
block65