E' possibile ultimare la parte in discesa su sentiero anziché su strada sterrata, riprendendo il percorso n. 342 poco a valle dell'alpe Colletto (palina di segnalazione).
E' altresì possibile, in caso di stanchezza o di maltempo, dividere la tappa in due parti pernottando nella frazione Balma di Roure.
Dalla palazzina Sertorio, tornate a oltrepassare il guado del Sangone e raggiungete la pista agrosilvo-pastorale (segnavia n. 414). Percorse poche decine di metri, ad un tornante a destra lasciate la pista per seguire una traccia che sale parallela al torrente.
Sfiorata la pista al tornante successivo, continuate sulla traccia che dapprima sovrasta il torrente, poi si abbassa per attraversarlo e quindi riprende a salire su un costone tra i pascoli. Senza farvi ingannare dalle tracce dei bovini, puntate agli edifici dell’Alpe Sellery superiore (m. 1726 m). Dopo l’alpeggio, il sentiero di nuovo evidente si alza tra i pascoli con numerosi tornanti sempre in direzione ovest, fino a raggiungere il colle La Roussa (m. 2019, ore 2), caratterizzato da un pilone votivo.
Dal colle La Roussa, seguendo i segnavia del percorso n. 342, scendete tra dossi erbosi verso destra fino a una spalla, quindi piegate in direzione ovest e raggiungete il piano con i ruderi dell’alpeggio Clot della Croce (m. 1835, ore 3).
Continuate la discesa sul sentiero, che traccia stretti tornanti fino a una bella conca di radi larici e ginepri e a uno sperone (m. 1750), piega in diagonale con qualche svolta e – evitata una deviazione a sinistra che conduce ad alcune miniere abbandonate – raggiunge un lariceto.
Con piacevole tracciato a mezza costa nel bosco, oltrepassate il rio della Balma tra cascatelle e pini mughi, quindi contornate una conca erbosa abbassandovi al tornante di una strada sterrata. La sterrata scende all’alpeggio Colletto [link a foto alpe colletto] (m. 1517), poi prosegue a mezza costa, aggira un costone e con alcuni tornanti perviene alla borgata Gran Faetto del Comune di
Roure (m. 1270, ore 4). Attraversata la borgata Balma, raggiungete il fondovalle in località Roreto (m. 854, ore 4 e 15′).
Dal centro di Roreto, oltrepassate il torrente Chisone per imboccare una carrareccia ascendente (segnavia n. 310, un tempo era una splendida mulattiera lastricata) che, inizialmente tra castagni e bei pascoli fioriti, quindi tra rade resinose, segue il corso dell’impetuoso rio Bourcet fino ad attraversarlo una prima volta. Continuando in forte ascesa, talora con una lastricatura recente, la carrareccia passa sotto aspre e selvagge pareti rocciose, assai frequentate dai free-climber.
Fiancheggiando il rio a tratti impetuoso, il tracciato prosegue in salita entrando ben presto in una selvaggia gola, ombreggiata da splendidi abeti bianchi. Dopo alcune serpentine si varca una
seconda ed ultima volta il rio per passare sulla sua sponda orografica sinistra e, osservato in basso a sinistra l’edificio di un mulino dismesso cui sono ancora ben visibili le mole, rimontare, ora sì per sentiero con antica lastricatura, un costone boscoso che mette a Chezalet (m. 1323), primo villaggio del Bourcet.
Attraversato il borgo e lasciata a destra la ben segnalata “via alle Casette”, si esce su una strada sterrata che, quasi in piano, conduce dopo alcune centinaia di metri alla ex scuola elementare (al paese ve ne erano ben due), appena a destra della quale si rientra in un esile ed inizialmente poco evidente sentiero. Con innumerevoli e ripidissimi zig-zag (i tornanti sono ben 32!) il tracciato conduce a Chasteiran (m. 1509), capoluogo del Bourcet, ove nella ex casa parrocchiale si trova il Rifugio Serafin (ore 6 e 40′ dalla partenza).