
Dettagli
- Dislivello (m)
- 1800
- Quota partenza (m)
- 908
- Quota vetta/quota (m)
- 2620
- Lunghezza (km)
- 37
- Esposizione
- Tutte
- Difficoltà salita
- OC
- Difficoltà discesa
- BC+
- Difficoltà single trail
- S3
Località di partenza Punti d'appoggio
Dal centro d Entracque si raggiunge la Cappella del Cornaletto e poco oltre si imbocca la sterrata per Sartaria che scende verso il Rio Boussett transitando vicino ad una grossa condotta dell’acqua. Poco più avanti si passa sull’altra sponda del torrente dal ponte della Sartaria.
Tralasciando ogni diramazione si percorre tutta la sterrata che in inverno è pista di fondo. A circa 7- 8 chilometri dalla partenza, all’incrocio con la strada asfalta che giunge da Trinità (ponte a sinistra- 1100m.) troviamo una bacheca del parco con la cartina della zona e altre utili informazioni. Seguiamo le indicazioni per il Colle del Sabbione. La sterrata prosegue sullo stesso versante, lasciando il rio alla nostra sinistra e raggiunge l’antico ponte del Suffiet, in pietra (1185 m.). Superato il ponte ci si addentra in un fitto bosco di faggi. La pedalata per un po’ è ancora piacevole. Poi si fa più faticosa a causa del fondo sabbioso e ripido. Superate alcune rampe molto impegnative si esce dal bosco e si scende a costeggiare il torrente sul suo versante destro. (destra/sinistra si riferiscono all’orientamento orografico e non al senso di marcia). Si giunge in breve, su fondo più pietroso ed impegnativo, al gias sottano Valera a 1500 metri di quota circa oltre il quale si apre allo sguardo l’intero vallone. Il sentiero, meno evidente, spiana e nei pressi di una palina del Parco Alpi Marittime si divide. Si segue il ramo di destra che attraversa il rio su un ponticello in legno oltre il quale due righe parallele di sassi piantati verticalmente nel terreno delimitano in tutto il suo percorso la destra e la sinistra del sentiero. Non rimane che seguire il tracciato di questi piccoli “termu” o “menir” che con andamento sinuoso risale la vale tagliando a mezza costa il versante sinistro. La ciclabilità in questo lungo tratto è valutabile intorno all’80 percento. Sovente grossi massi e il sentiero a volte scavato ci costringono a mettere il piede a terra. A 1650 metri circa incontriamo la bassa costruzione del gias dell’Adreit. Con tratti pianeggianti alternati a saliscendi raggiungiamo la fine pianoro fra prati del gias Culatta (1896 m.). Attraversiamo un’altra volta l’acqua e incominciamo a risalire l’altro versante. Da qui si procede prima con la bici di fianco e poi si è costretti a caricarsela sulle spalle per la pendenza sempre più impegnativa e per il fondo alquanto pietroso ed irregolare. Ritroviamo la vecchia strada militare che con numerosi e stretti tornanti porta alla base di una alta parete rocciosa.
Sorretta da muretti in pietra, franati in alcuni punti, la mulattiera procede a metà parete con un lungo traverso che offre una spettacolare visione dell’intera valle e di tutto l’itinerario percorso fin qui. Con un ultimo ripido tratto ci affacciamo dall’alto di un dosso sul bel lago della Vacca (2263 m.). Volendo si può salire al colle del Sabbione in meno di dieci minuti. Lasciato il lago sulla nostra sinistra, iniziamo la salita a piedi verso il colle del Vej del Buc.
Ci aspettano ancora 400 metri circa di salita faticosa dove è possibile pedalare soltanto quando il sentiero attraversa alcune piccole vallette prative. Il colle da raggiungere è ben visibile fin dal lago della Vacca e questo ci è d’aiuto nell’individuare la direzione giusta da seguire, perché sovente la traccia scompare per alcuni metri e ricompare poco più avanti.
Nessuna tacca colorata indica il percorso da seguire. Gli ultimi cento metri di dislivello sono molto impegnativi. Il sentiero è molto evidente, ma franoso e ripido e procedere con la bici in spalla è davvero faticoso. A quota 2620 una palina indica l’arrivo al colle del Vej del Buc. La salita è finita. Lo sguardo può finalemte perdersi nell’infinitop panorama che ci circonda: dai Monti Toraggio e Pietravecchia lontani a est, al Monte Frisson più verso nord; tutta la pianura piemontese con l’intera catena alpina dal Monte Rosa al Monviso continuando a voltarci verso nord; il gruppo dell’Argentera, il Gelas e la vicina Maledia in direzione ovest; vicinissima a sud la cima dell’Agnel.
Sotto di noi, 600 metri più in basso il bel lago del Vej del Buc adagiato nella verde valleta omonima. Scendere in bici verso il lago è impegnativo soprattutto per il tipo di terreno; franoso e in contropendenza. Sovente si è costretti a procedere a piedi. Il sentiero si mantiene lontano dal lago. Per raggiungerlo è necessario arrivare al bivio già all’inizio del vallone di discesa e seguire le indicazioni.
Si prosegue invece dritti per scendere verso Pra del Rasur- San Giacomo di Entracque. Il sentiero è molto evidente con lunghi traversoni e strette svolte. E’ sovente interrotto da piccole frane che ci costringono a scendere dalla bici.
A quota 1600 metri circa si entra nel bosco di faggi e la traccia diventa un’ampia e veloce mulattiera. In breve si raggiunge l’ampio Piano del Rasur a 1400 metri. Un ultimo facile tratto di salita ci porta all’inizio della divertente e veloce discesa che fra faggi secolari raggiunge le ex case reali di San Giacomo di Entracque (1250m.). Non ci rimane che seguire lil nastro d’asfalto che corre parallelo al torrente Gesso di Barra e scendere in scioltezza fino ad Entracque costeggiando l’invaso della Piastra.
Al successivo bivio si svolta a destra e in un paio di chilometri si raggiunge il punto di partenza.
- Cartografia:
- IGC 1:50.000 Carta N 8 Alpi Marittime e Liguri IGM
26/07/2017
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