Ho salito la Simonetti e la Giampi ad aprile 2014.
Dopo aver letto la relazione di Canale 23 e visto la poca frequentazione delle vie, sono ad esprimere la
mia modesta opinione.
L’avvicinamento sul sentiero per il colle della Gragliasca è di circa un ora a cui vanno aggiunti i famigerati 15/20 minuti di ravanamento a cui prestare un minimo di attenzione. ( quindi del tutto accettabile)
Se si vuole fare una salita facile, come scrive, non si va al campanile in una giornata brutta ed umida.
Senza scomodare il Monte Bianco, si parla comunque, anche se a bassa quota, di vie in ambiente e non di falesia.
Queste salite sono per gli amanti del genere , chi cerca un posto nuovo, chi vuole arrampicare in perfetta solitudine,
chi sa di dover ravanare per arrivare all’attacco, chi sa di non trovare targhette o frecce che indicano la via, chi mette in conto
di poter non trovare l’attacco, chi vuole arrampicare con gli spit belli lunghi, dove il grado, dato dagli apritori, è severo.
Detto ciò mi sembra quanto meno discutibile etichettare con un ” fortemente sconsigliata” una via che non si è fatta.
Personalmente, agli amanti del genere, e di Gulliveriani così ce ne sono molti, io consiglio di andarci.
Non sarà la roccia del Sergent o della val di Mello , ma a chi piace la scoperta di nuovi posti, troverà , concatenando le due vie,
12 bei tiri , mai più lunghi di 30m. , con alcuni passaggi non affatto banali.
Nb. Ritengo il periodo migliore la fine dell’autunno dove la vegetazione disturba meno.
Spero che il sig. Gulliver non mi cancelli, la mia non vuole essere polemica, ma un invito a scoprire posti nuovi.
La via inizia quando chiudi la macchina e finisce quando la riapri.
Ovvero certe vie ti impegnano più durante l’avvicinamento e la discesa che la salita stessa, ma non è forse questo
Il bello della montagna?
Un saluto a Canale23 .