Peuterey (Aiguille Noire de) – Via Ratti-Vitali

Peuterey (Aiguille Noire de) – Via Ratti-Vitali
La gita
chiara-giovando
4 07/07/2018

Tentativo.
Riporto la nostra gita seppur terminata a metà parete perché penso di poter dare info utili a chi volesse ripeterla.
L’ avvicinamento è ancora in buone condizioni (2h 30′ dal rifugio senza correre e cercando i passaggi migliori tra i crepi. Accesso al Freney dal basso, costeggiando la parete della Croux e calandoci con breve doppia sul ghiacciaio; corda fissa in loco per risalita con prusik al rientro). Alcuni attraversamenti su grossi buchi non sono proprio rassicuranti, e non so con il caldo quanto potrebbero durare. informarsi al rifugio sulle condizioni. È sufficiente una picca classica e non sono necessarie viti (ma una l’ avevamo comunque dietro).
La via….è lunga e nella parte bassa non sempre intuitiva. Sia io che Dino, salendo da primi, abbiamo sbagliato percorso un paio di volte il che ha fatto perdere tempo prezioso per rimettersi in carreggiata. Noi ci siamo dati un orario per iniziare le calate (non potendo assolutamente rientrare l’ indomani), e dopo quasi sei ore di scalata eravamo ancora bassi. Alle 13:30 decidiamo quindi di scendere. Discesa da non sottovalutare, l’hanno detto tutti e lo confermo. E ne ho fatta solo meta’! Non so come, ma non siamo riusciti a trovare le ultime calate fuori via..pur risalendo dei tratti. Pazzesco. Il che ci ha costretto ad attrezzare calate di emergenza su massi. Portare ASSOLUTAMENTE martello e chiodi, noi non l’avevamo (mea culpa, sapendo che c’erano soste nuove). Se li avessimo avuti, avremmo attrezzato più facilmente soste sicure, invece ciò ha richiesto del tempo per non prendere rischi, già di per sé presenti in una parete di queste dimensioni.
Portare anche i nut oltre a una serie di friend fino al 3, perché molte fessure si prestano bene.
Per quanto mi riguarda, è una parete da affrontare senza la fretta del rientro e prevedendo eventualmente un bivacco prima della discesa. Ovvio che questo dipende dalla velocità della cordata ma anche gli intoppi – e noi ne abbiamo avuti parecchi! – non vanno sottovalutati.
La stessa discesa è impegnativa, sia che la si affronti in doppia o dalla normale est (che non è proprio una passeggiata – chi ha scalato la cresta sud come nel mio caso lo sa bene…!- ma aggiungerebbe completezza e fascino al giro, a mio parere ).
Ultimo particolare, il cellulare nella parte bassa e sul ghiacciaio non prende (nè vodafone nè tim).

Quindi…che dire? da tornare a finirla, con la giusta preparazione e limando gli sbagli, visto che l’esperienza insegna (e questa è stata davvero didattica sotto più aspetti!).
Con il socio Dino.

grazie a Mauro ottimo gestore, e un saluto alla cordata di Marco Bagliani, Enrico Pessiva e socio diretti all’Innominata, con cui abbiamo scambiato piacevoli chiacchiere a cena.

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