Mont (Tète du) e Testa Colon da Grand Roisier

Mont (Tète du) e Testa Colon da Grand Roisier
La gita
enzo51
2 15/01/2014

Spezzata la continuita’ che la neve in quanto offerta, da in questo periodo per soddisfare la domanda per tanto scialpinismo, con quest’escursione bianca alle basse quote. Con l’intento di distogliere l’attenzione da cosi’ tanto fuori pista che con incalzante continuita’ arriva a riempire a dismisura le pagine del sito. Si puo’ provare emozione sia dal lasciarsi scivolare giu’ a valle muniti di due veloci assi applicati sotto i piedi, al pari come cavalcare una cresta irta di insidie, e vedersi meta’ corpo quasi a ogni passo sparire sotto un soffice e instabile manto nevoso senza soluzione di continuita’..! Masochismo?..forse.. chissa..! Terreni di questo tipo d’estate sono superabili abbastanza agevolmente, fatto salvo cmq che un po’ di lotta con la boschina va sempre messa in conto, ma d’inverno la presenza della neve in gran quantita’, puo’ nella maggior parte dei casi, costituire un serio ostacolo alla progressione. Solo in presenza di una motivazione valida (che e quasi sempre il raggiungimento della vetta), la progressione e’ possibile, a prezzo cmq di enormi sforzi fisici. Terreni dove l’uso delle ciastre non e’ nemmeno pensabile, impedirebbero del tutto la progressione costituendo inoltre un pericolo, in quanto verrebbe a trovarsi alterato quell’equilibrio elemento fondamentale per le cavalcate di cresta in sicurezza. Dalla Tete du Mont raggiunta in presa diretta risalendo un ripido canale svalangato, abbiamo fatto ritorno al col Plan Fenetre mantenendo quanto piu’ possibile il filo di cresta (gia’ tentare di tagliare basso le cuspidi formanti il filo il rischio era di sparire interamente sotto l’abbondante e soffice coltre nevosa che cospargeva il lato nord). Al diavolo la Tete Colon e il giro ad anello, tutte cose possibili certo in altra stagione. Ma.. visto e considerato la fatica e l’impegno globale che la gita all’apparenza breve a richiesto, e’ come se li avessimo fatti..! La severita’ dell’ambiente in cui ci si muove con tanta fatica, congobla in essa scorci paesaggistici di bellezza tale da far passare la fatica in secondo ordine.

Con buldozer Franco e turbo Carlo.

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