Ihakora Peak Baltoro Trek, anello per il Gondogoro La

Ihakora Peak Baltoro Trek, anello per il Gondogoro La
La gita
sensacugnisiun
5 22/06/2012

Meteo per lo più clemente con giornate piovose solo alla partenza del trek e acquazzoni sporadici alla conclusione, dovuti al deciso arrivo del monsone nella vicina Himalaya. Splendide le giornate centrali, anche se uno scarso rigelo notturno ha aumentato di molto la fatica e reso precarie le condizioni dei pendii, costringendoci a rivedere il programma. L’innevamento è ancora molto abbandante per il periodo, la copertura nevosa del detrito che ricopre il ghiaccio è completa da sotto i 4500m. Frequenti e spettacolari scariche, anche notturne, dalle pareti più ripide ed esposte.
Tentativo all’Ihakora Peak S purtroppo neanche iniziato a causa dell’abbondante neve ancora presente all’Ali Camp che ha reso impossibile per i portatori trovare un luogo relativamente ampio e riparato dove trascorrere la notte. Abitualmente loro erigono muri a secco che coprono poi con un telo di nylon, l’unica notte l’hanno invece trascorsa chi in tenda mensa, chi precariamente in una sorta di igloo.. Non abbiamo esitato a levarci da lì il prima possibile verso luoghi più “comodi”. La prestazione degli Hunza è eroica e inimmaginabile, nonostante la fatica sono sempre sorridenti e disponibili, anche se spesso si comunica solo a gesti e con piccoli scherzi.
L’attraversamento del Gondogoro, una delle tappe più lunghe, è stato indimenticabile per l’ambiente, la splendida alba e la vista sui colossi. Rigelo appena sufficiente per la salita, pendii di discesa per fortuna già svalangati e attraversamento del ghiacciaio verso il campo eterno per la neve marcia. La vista del Leila Peak, su cui un fortissimo snowboarder italiano stava tentando la discesa dell’incantevole parete proprio negli stessi giorni, ripaga della giornata, anche quando ci si trova dentro fino alla pancia!
Ansiosi di cercare una “nostra” vetta e con poche informazioni ci siamo recati in perlustrazione sul versante O della catena del Gondogoro trovando uno splendido e nascosto bacino glaciale cui si accede per comoda morena, ed individuando un’estetica calotta nevosa, anticima del quotato e più impegnativo Gondogoro Peak. Immediata decisione e partenza notturna con un cielo quasi stellato. Attacchiamo il ghiacciaio ma dopo poche centinaia di metri un forte e non breve rumore di assestamento sotto i nostri piedi ci fa capire che non è il caso.. In quel punto il pendio era poco ripido ed avremmo dovuto attraversarne un altro di circa 40gradi per tentare la cima dal lato più debole, lasuma perdi!
Esperienza unica, con un sapore più forte del frequentato trekking del Kumbu. La lunga permanenza in tenda, le saune diurne e l’umidità nel dormire sulla neve, il fatto di rimanere per circa una settimana in zona 5000, la necessità di rivedere programmi a lungo sognati, stimola la sensazione di conquista del mediocre alpinista e la responsabilità nell’affrontare ogni giorno nuove situazioni.
Occhio alle brodaglie degli “hotels” di Islamabad, Skardu e dei trasferimenti, non tanto per il sapore, ma per le conseguenze!
salut

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