Emilius (Monte) Via Ferrata

Emilius (Monte) Via Ferrata
La gita
giuliof
4 16/08/2009

Ho saputo alcuni giorni fa del ripristino della ferrata e siccome mi mancava questa cima ho pensato di andarci appena possibile. I miei soci non erano interessati, chi la temeva, chi la disprezzava, chi in ferie, per cui ho fatto l’intero giro da solo aggregandomi per alcuni tratti ad alcuni ragazzi di Aosta che saluto se mi leggono. I cartelli illustrativi indicano come lunghezza 1500 m. dislivello 1000 m. difficoltà D. Lunghezza e dislivello con i vari saliscendi ci sono tutti, forse la difficoltà D è eccessiva a parte brevissimi tratti verticali e l’attacco del ponte. La ferrata in se non l’ho travata niente difficile ma può rendersi molto pericolosa perché è molto sporca di sfasciume e pietre anche più grandi che vengono facilmente smosse con la progressione o con il semplice movimento del cavo che in alcuni tratti corre praticamente a terra quasi annegato nel pietrisco e si comporta al movimento come una scopa, una ramazza e butta materiale in ogni direzione. Col tipo di roccia che presentano alcuni tratti mi sono chiesto perfino se era proprio il caso di costruire una ferrata in un posto come questo, non c’è da stupirsi quindi che siano necessari numerosi e frequenti interventi di manutuenzione. Alcuni tratti verticali ed alcune placche rosse sui traversi sono comunque interessanti e molto panoramici, vero punto forza del lungo percorso. Da considerasi un’ alternativa per raggiungere la cima di questa montagna. I più esperti non si aspettino grandi soddisfazioni di tipo tecnico, i meno allenati invece ci pensino due volte prima di iniziarla e nel caso di stress uscire alla via di fuga. Per lunghi tratti si effettua il cambio di moschettoni a livello dei piedi per cui le persone di statura elevata alla fine del percorso possono pure accusare un certo mal di schiena, come se avessero passato la giornata a raccogliere asparagi. L’ultimo tratto prima della cima è su cresta non protetta, mentre altri lo aggiravano scendendo e poi risalendo su pietrisco mi sono ben destreggiato su di una facile placca simile alle precedenti aiutato da alcune fessure. Percorrendo l’intero anello “impostando un passo a risparmio di energia” visto lo sviluppo e dislivello notevoli ho impiegato 3:30 per arrivare al bivacco, mezz’ora di pausa, 4 ore di ferrata, mezz’ora in cima, 4 ore per il rientro dalla via normale, il tutto da Pila senza usare impianti. Farla in una giorno solo è un po’ un massacro se non si prende con calma. Il bivacco al colle mi è sembrato discreto, forse è stato risistemato negli ultimi tempi, vedremo di usufruirne alle prossime occasioni, magari per salire la becca.

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