Corso del Cavallo (Monte, cime Est e Ovest) da Aisone per la Testa di Peitagù, anello

Corso del Cavallo (Monte, cime Est e Ovest) da Aisone per la Testa di Peitagù, anello
La gita
rfausone
4 03/03/2007

Punto verso il basso Piemonte (Valle Stura) e l’azzecco pienamente. Qui, infatti, le previsioni davano bello già dal mattino presto a differenza del Nord Piemonte e Valle d’Aosta dove era previsto meno bello. Arrivo molto presto ed inizio a camminare poco dopo le 7. Individuo subito il sentiero poco dopo l’abitato di Aisone, che mi porta facilmente fino alle Case Ciancamentes. Da qui in su, il solito inferno! Infatti, il sentiero c’è ancora ma è ormai abbandonato da molto tempo, perciò in mezzo c’è cresciuto di tutto. Inoltre il vento ha tirato giù tutti i rami che poteva e se ne vedono chiaramente i risultati. Comunque il sentiero non lo si può perdere neanche in queste condizioni. Piuttosto la fatica e la lotta contro questa boscaglia difficilmente penetrabile lasciano i segni, sia sul corpo (ferite qua e là) che nel fisico. Infatti, dopo l’ultima notte dove ho dormito non più di 3-4 ore, arrivo in cresta veramente spossato. Sono circa a metà strada tra la cima di Punte Chiavardine e la Testa di Peitagù e scopro che c’è uno splendido sentiero molto ben segnato, che intuisco possa arrivare dalla Madonna del Pino. E pensare che avevo intuito la possibilità di salire le stesse cime tutto per cresta e l’avrei azzeccata! Ma purtroppo, né le cartine che possiedo, né le relazioni davano indicazioni a riguardo e la bassa Valle Stura non la conoscevo per niente e non mi sono fidato. Peccato!
Dal punto in cui sono arrivato in cresta, con un percorso molto lungo ma privo di difficoltà e sgombro da neve, arrivo facilmente fino al M. Corso del Cavallo, il cui stranissimo toponimo fa riferimento ad un’antica leggenda locale che ricorda il culto della dea celta Epona (patrona dei cavalli). Tutto il percorso di cresta è spazzato da un vento a raffiche a tratti violentissimo. Ho difficoltà addirittura ad usare i bastoncini, che mi vengono continuamente spostati dalle raffiche. Torno fin quasi al Peitagù dove vidi un bivio segnalato che mi riporterà ad Aisone, su un percorso che si rivelerà molto bello. Molto ripido all’inizio e tutto segnato in bianco-rosso, poi dopo alcuni traversi si arriva a Grangette. Da qui si scende per più di 250 metri di dislivello su una parete apparentemente intransitabile. Ma la sapienza dei montanari (credo moltissimi anni fa) è riuscita a trovare i punti deboli della parete e con imponenti opere in muratura a secco hanno costruito una mulattiera che ha dell’incredibile. Arrivo 100 metri più in su di dove sono partito. Il sentiero P64, parte dalla S.S. 21 dove c’è il bivio asfaltato per le case Piron.

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