Gli spit delle soste sono in gran parte senza piastrina, talvolta uno solo, talvolta entrambi; soste presenti per lo più alla base dei tiri invece che in alto, quindi quasi sempre inutili. In compenso in cima ai tiri sono presenti massi o spuntoni buoni per allestire soste con fettucce o anelli di corda. Presenti gli spit nei brevi tratti scalabili dove c’è del III^, all’inizio visto anche un friend incastrato. Le nostre pretese erano molto basse e puntavamo per lo più sul panorama ma la nebbia ci ha fregato anche quello. Avvicinamento ravanoso per pietraia e prati ripidi puntando alla belle meglio alla dorsale. Da quota 1750, primo tratto con rocce anonime, si cammina. Sopra i 1900 si incontra un cerchio bianco con punto rosso e poi una sosta con cordone: da qui serve la corda, si comincia a scalare su tratti più interessanti ma sempre molto brevi ed intervallati da molta erba fino alla sommità del Corno. Trasferimento agevole al Bec Renon, sentiero bollato e tratti attrezzati con cavo. Discesa dal medesimo molto evidente con canaponi e gradini metallici nella parte alta: occhio che un cavo è messo di traverso sul sentiero e con l’erba alta si potrebbe anche inciampare. Cresta ormai caduta nel dimenticatoio e buona solo per chi abita in zona. Allego una traccia molto approssimativa per raggiungere l’attacco.