Cresta pulita e buone condizioni del ghiacciaio, due giornate di bel sole con temperatura
calda ma gradevole. L’ambiente della valle è molto bello. Per la salita non vi sono grandi difficoltà ma la valutazione complessiva di solo PD è effettivamente stretta. Il giro su ghiacciaio è piuttosto lungo per evitare le zone con crepacci e gli ultimi seracchi. Gli ultimi metri sul ghiacciaio per arrivare al colle dove attacca la cresta sono piuttosto ripidi e costringono ad un’attenta valutazione per non finire nella terminale; i 270 m. di roccia (buona) della cresta sono di I° con lunghi tratti di II° ed un tratto verso l’alto dato 3b/3c sulla guide francesi (comunque con buone prese o buoni appogggi) . Per la discesa nel tratto impegnativo sono attrezzate 3/4 doppie da 25/30m su chiodi da controllare. Non ho visto altri chiodi ma la via è evidente e sfrutta la parte più abbordabile della cresta piuttosto articolata. Non abbiamo usato nulla (anche perché Luciano ha lasciato tutti i nut e Friends al rifugio) né fatto soste ad eccezione di quelle attrezzate per la discesa. Dalla cima spettacolare il panorama su tutte le più belle vette del Delfinato.
La zona e la salita valgono l’infinito viaggio di 200 km da Torino sino a La Berarde.
La compagnia dell’esperto Igi (conosce tutta la zona meglio del centro di Torino) è sempre piacevole, purtroppo non si può dire che la stessa cosa degli altri due di-rompenti soci, Luc che si dimenticherebbe pure la fidanzata all’autogrill e Gian che non apprezza la mia attrezzatura vecchia solo di qualche decennio.