Le gite si possono iniziare dai vari porti, con successivo avvicinamento a mezzo di bus (linea 1, CS e CD che percorrono il perimetro dell’isola e con altre linee specifiche interne); consigliabile evitare i mesi di luglio e agosto per il caldo eccessivo.
In tutte le parti basse verso la costa dove sono insediati i vari paesini si devono percorrere le stradine che raggiungono i vari abitati ed i terreni coltivati, dove è molto frequente il traffico di piccoli veicoli; salendo più in alto i sentieri sono ancora in parte sempre strette sterrate a volte con tratti molto ripidi.
Le indicazioni sono presenti solo in basso e sulle partenze dei sentieri più importanti, poi sono praticamente inesistenti per cui occorre affidarsi alle informazioni generose dei residenti e dotarsi di un navigatore.
I sentieri nella parte alta ed in quelle zone più impegnative sono percorsi quasi esclusivamente da stranieri (principalmente tedeschi) mentre gli italiani sono pochi; la situazione è anche evidenziata dalla disponibilità di cartine della zona: quelle tedesche sono dettagliate di particolari mentre quelle italiane sono molto sommarie.
Vecchie considerazioni:
Il luogo avrebbe anche un notevole pregio ambientale e storico-culturale, se non fosse devastato - come quasi tutta l'isola - dallo scempio urbanistico ed edilizio, dall'incuria e dalla totale incapacità di tutelare e valorizzare un patrimonio così prezioso. Gli Ischitani (come molti altri italiani) sono seduti sopra un tesoro naturale e lo massacrano criminosamente. Non c'è nessuna scusante.
a) Traversata S. Angelo-Forio/Casamicciola (o viceversa, ma meno remunerativo). Da S. Angelo si passa alla Cappella S. Michele e si prosegue sul sentiero panoramico in buona salita arrivando a Serrara, si sale nell’abitato e si prosegue verso sinistra sulla stradina della Scaruppata poi su sentiero/sterrata verso Bocca di Serra, Frassitelli (consigliabile passare a Pietra dell’Acqua) e percorrere l’ultimo tratto dove giunge anche l’itinerario breve che parte da Fontana (b).
Dalla vetta scendere la parte ripida fino al colletto dove, un po’ nascosti dalla vegetazione sono presenti due vecchi cartelli in legno cadenti che indicano la discesa verso destra a Forio e Casamicciola; imboccare il sentiero (n. 501 Cai) inizialmente stretto per scarsa percorrenza poi in basso sempre più evidente, il quale percorre il bel bosco della Falanga; ad un bivio a destra si va verso Casamicciola ed a sinistra si scende verso Forio passando alla Chiesetta di S. Maria del Monte e successivamente percorrendo la stradina panoramica tutta asfaltata.
b) Da Fontana lungo il lato nord della provinciale, si stacca una stretta stradina in cemento, molto ripida, con cartello che indica “Monte Epoméo”. Si sale la stradina che sbuca in breve (purtroppo) sulla strada asfaltata che porta più in alto. Si prosegue sull’asfalto, oppure procedendo “a naso” per le tracce di sentiero che percorrono i boschi alla sx della strada. Alla fine dell’asfalto, presso un locale-bar-souvenir comincia il sentiero vero e proprio, a tratti scavato nel tufo o su rocce trachitiche più consistenti (bei panorami verso sud).
In breve si arriva all’ingresso dell’Eremo del secolo XVI scavato nel blocco di rocce sommitali, ora drammaticamente in stato d’abbandono, nonostante un cantiere aperto (scarti e materiali edilizi dappertutto: attenzione!). Sulla sinistra una vigna privata piena di “monnezza” e sulla destra, dove prosegue il sentiero, una raccapricciante trattoria addossata a uno dei roccioni di vetta.
Il sentiero sale compiendo un breve tornante sulle aree rocce della vetta, che costituiscono il tetto dell’Eremo. Il degrado totale del punto sommitale, rovinato da scritte e vandalismi, è in parte compensato dal panorama strepitoso.
c) Da Ischia Porto salendo per Montagnone, Cretaio, Monte Trippodi, Pirola per raccordarsi poi alla parte alta del sentiero da Fontana (it b). Al M. Trippodi si può anche salire anche da Barano.