La Punta dei Tre Merli è costituita dalla vetta (o Merlo alto) 3254 m, che per essere raggiunta richiede un impegno alpinistico, e dall'anticima NO (o Merlo basso) 3216 m.
Si lascia la macchina al ponte delle Grange Thuras (1948 m), nella valle che parte da Bousson. Con mezzo appropriato si può salire fino a Thuras Superiore (2071 m) o ancora oltre lungo la strada (2150 m).
Primo giorno:
Si percorre la strada della Val Thuras o il sentiero parallelo che taglia i tornanti fino al Bivacco Tornior 2552 m, ore 1.45.
Secondo Giorno:
Si segue uno dei 2 sentieri che salgono al Colle della Ramiere (3007 m), ore 1.15 dal Bivacco.
Si attacca la cresta che porta alla Punta Marin (3202 m),tenendosi prevalentemente sul versante sud, qualche passaggio di roccia all’inizio e alla fine, anche un facile camino, complessivamente PD. Ore 0.40, 1.55 dal bivacco.
Scendere al colletto Marin-Tre Merli (3142 m) e risalire al colletto superiore (3170 m), ore 0.25. Attaccare la cresta poggiando poi sul versante sud, sugli ultimi 50 metri si può arrampicare un po’ (roccia discreta) o evitare sulla sinistra (PD o F/F+). Punta tre Merli (3254 m), ore 0.25, ore 2.45 dal bivacco, andando tranquilli e sostando su Punta Marin.
Discesa:
Proseguire ora in discesa lungo la rocciosa cresta ONO seguendone il filo (PD), scendere al primo intaglio, ignorare il canalino sulla sinistra e risalire invece un’anticima, apparentemente arcigna, scendere al colletto che separa il “merlo grande” dal “merlo piccolo”, aggirarlo lato Sud o salirlo, quindi scendere lato Ovest (Thuras) per poi tagliare verso NNO, arrivando finalmente al colle 3096. Dal colle divallare nel Vallone di Secca Chalvet, prima per detriti e pietraie e poi (2800 m), per prati fino giù al torrente Thuras. Lo si attraversa intorno ai 2340 m, laddove il sentiero basso si spinge prossimo al fiume, quindi si imbocca prima il sentiero e quindi la strada (lunga), fino alla macchina. 2.10 ore dalla cima, di buon passo.
- Cartografia:
- Fraternali N°2, IGC N°1 -Valli di Susa, Chisone e Germanasca
- Bibliografia:
- GMI - Alpi Cozie centrali