Dal fontanile diparte a destra una sterrata (le indicazioni per Fonte Astuni-Valle Fossato-Coppo dell’Orso non ci sono più). La si percorre con qualche svolta in direzione Nord-Ovest. Ad un bivio (tornante a sx) proseguire diritto raggiungendo in meno di 1 km la Fonte Astuni 1250 m (20 minuti).
Appena a sx della vasca vi è un cartello del Parco e una traccia di sentiero (nessuna indicazione, ma si tratta dell’R2) che dapprima si destreggia a curve nella bassa vegetazione e poi risale il bosco seguendone un costone, che poi si abbandona approdando ad un altro dopo una breve traversata a sx.
Si attraversa una bella faggeta, che poi cede luogo ad una macchia bassa e fitta. Il sentiero diventa assai tortuoso, costeggiando sulla destra il pendio che discende nella Valle Martina.
Appena giunti su pendii aperti (visuali magnifiche ovunque) si traversa brevemente a sx (ripido) e poi si svolta a dx per rimontare la parte finale del costone, ove appare repentinamente il piccolo rifugio Coppo dell’Orso, 1860 m, costruito nel 1927 ai piedi del lungo crestone che adduce al trifido Monte Tre Confini (1,10 ore dalla Fonte – Km 5,4 – disl. 850 m). lo si raggiunge dopo circa 20/30 min, si abbandona il crestone che delimita la Vallelonga e si vira a Sud-Ovest lungo una vasta dorsale a saliscendi. Si passa il sentiero PNA Q9 (che scende a Sud-Est nell’altopiano dominato dal Monte la Brecciosa diretto a Pescosolido, lazio) ed in salita si raggiunge il lungo e anch’esso trifido Monte Cornacchia 2003, con colonna trigonometrica a terra (dal Rifugio 1,10 ore – Km 3,2 – ascesa 150 m).
Al ritorno, raggiunto il sentiero Q9 conviene seguirlo in direzione Nord (sinistra) e scendere con poca pendenza nel vallone Pratolungo, 1848 m, (sella tra il Monte Capra Giuliana 1915 m e il Monte Tre Confini 1992 m, punto d’incontro dei sentieri R11, R2 e Q9) e con breve traverso a destra (Sud-Est) si raggiunge il Rifugio Coppo dell’Orso. Dal Rifugio all’auto con la via dell’andata, 1,30 ore.
- Cartografia:
- PNA Carta turistica 1:50000
- Bibliografia:
- Osti Guerrazzi, i 2000 dell'Appennino; Mazzoleni, la montagna incantata it. 186