Si parte da Aquileia, nei pressi del Cantiere navale Se.Ri.Gi. si può salpare sfruttando le banchine delle barche ormeggiate o comunque, le rive del fiume quando c’è alta marea.
Scendiamo il Fiume Natissa fino alla foce (mezz’oretta circa), durante il nostro percorso, circa a metà strada, se c’è bassa marea possiamo osservare i resti di quelle che erano una volta le mura di Aquileia ai tempi di Roma dell’età repubblicana.
Arrivati alla foce seguiamo le bricole fino all’altezza dell’isola Montaron, quel grande isolotto alla nostra destra; dopodichè possiamo “tagliare” tenendo il canale alla nostra sinistra come sulla cartina per una ventina di minuti fino ad incrociare un altro canale, che è quello che porta i direzione di Lignano. Proseguiamo sempre dritti, come si vede dalla cartina, tenendo d’occhio l’unico spazio aperto che si presenta davanti a noi, a dx c’è l’isola Morgo e a sx l’isola di S. Pietro D’Orio.
Durante il tragitto incontriamo dei “cespugli” di canne, usati dai cacciatori, che possiamo usare per fare “tappe”. Una volta superati gli ultimi due lembi di terra (Isole Marina) non ci rimane che giungere al nostro isolotto di sabbia, il Banco D’Orio.
Il Banco D’Orio si è formato con le maree nel corso degli anni ed è in continuo mutamento, la zona che abbiamo appena descritto viene “da noi” chiamata “Banco D’Orio di Grado”.
Nella cartina sottostante il percorso è quello contrassegnato prima in nero, e poi in rosso. Si ringrazia per la mappa: l’autore Ezio Marocco della Guida di GRADO, (Bruno Fachin editore – Trieste)