La roccia non è sempre buona e sono consigliabili un approccio ed una lettura della stessa un po’ più alpinistici. Attenzione dopo il quinto spit del secondo tiro dove la placca presenta una sezione fessurata che pur essendo apparentemente stabile, richiede delicatezza, e dove peraltro la forza non serve un granché
Materiale:
Occorrono almeno otto rinvii, friend n° 0.4 e 1 . Casco vivamente consigliato.
In questo spiazzo, vi è un cartello indicatore di legno con il nome della parete e una tarrga ricordo di Alberto Piasco. Si sale a destra un’evidente pietraia, seguendo i bollini rossi e gli ometti che segnalano l’imbocco di un sentiero ascendente scavato nel terreno. Imboccarlo e rimontare la pietraia per tutta la sua lunghezza, sempre seguendo gli ometti e i bollini. Traversare, al suo termine, a sinistra, salire ripidamente nel bosco con un tratto di corda fissa tirata tra alberi. Imboccare una cengia evidente e uscire su una terrazza erbosa panoramica, dominata da una barra rocciosa strapiombante, incisa dalla fessura Welcome to the machine. Proseguire brevemente verso valle per traccia e raggiungere lo spiazzo alla partenza della via (nome alla base; 40 min da Forno Alpi Graie).
Attaccare la placca nerastra e portarsi a destra, su un muro leggermente strapiombante. Vincerlo aiutandosi con lo spigolo di destra 6b e attestarsi sotto alcune lame sporgenti. Salire in spaccata e raggiungere una placca, sulla quale ci si issa con un passo delicato a sinistra. Ancora in traverso su prese migliori, per poi salire direttamente su piccoli appoggi 6a, uscendo alla terrazza erbosa della S1 su due spit con catena.
Ripartire su alcuni gradini rocciosi e vincere una breve sporgenza 5c, proseguendo poi su una bella placca in aderenza.
Spostarsi a sinistra, vincere un breve tratto in spigolo 5b e poi traversare nuovamente a destra fino ad un diedro poco definito. Superarlo a destra per buoni appigli e affrontare la placca soprastante con buoni appoggi ma con chiodatura più lunga 5a (attenzione dopo il quinto spit a una placca fessurata). Uscire sulla terrazza sommitale per una breve rampa terrosa (S2 su due spit con catena ).
Salire una spaccatura sopra le sosta e afferrare con cautela una sporgenza rocciosa, sulla quale ci si issa utilizzando un appiglio un po’ alto (5c roccia mediocre). Entrare nel suggestivo camino soprastante apparentemente privo di appigli, ma di roccia solida. Reperire una bella maniglia sulla placca frontale e alzarsi in opposizione fino ad afferrare l’agevole fessurazione di fondo 5b. Essa permette di uscire sul ballatoio soprastante. Utilizzare la fessura orizzontale della radice del magnifico diedro che segue, attestandosi alla sua partenza. Percorrere detta fessura (in cui occorre piazzare le protezioni) con arrampicata faticosa, e vincere un tratto difficile su prese un po’ svasate 6a (sostenuto). Quando la fessura diviene fuori misura, cercare al meglio un incastro sul fondo, uscendosul terrazzo spiovente ove vi è la S3.
Scalare una sequenza di due muretti strapiombanti con un duro passaggio, cui segue un difficile ristabilimento 6b+. Afferrare la sezione che segue, sempre un po’ in strapiombo ma con buone prese. Salire un corto muretto 5b+ , poi un diedro aperto 5a, raggiungendola sommità dove vi è la S4. Dalla S3 è possibile salire a destratto una variante più facile 4c che dopo due spit si ricongiunge alla via originale.
- Cartografia:
- Alte Valli di Lanzo Escursionista Editore